Ad arricchire la città dei Sassi, è il fascino mistico delle Chiese Rupestri, suggestive per la contemplazione e la spiritualità che custodiscono. Luoghi sacri, incastonati nella roccia millenaria e sorveglianti di “preziose testimonianze dell’intimo rapporto tra gli abitanti e il mondo del sacro”. Eredità della presenza di comunità di monaci benedettini, longobardi e bizantini insediatesi sul territorio nell’alto medioevo. Distribuite sia tra i Sassi che nel Parco della Murgia Materana, custode dell’immenso valore, oggi se ne contano oltre 150, tutte affrescate e spesso collocate in anfratti difficili da raggiungere. Scrigni di immagini e dipinti, ricoprono un arco temporale che va dall’800 al 1700.
1 giorno
25 km
10h 00'
15 km
Il “viaggio” nella bellezza artistica di questi luoghi mistici, densi di storia e preghiera religiosa, inizia dalla Cripta del Peccato originale, note come la Cappella Sistina dell'arte rupestre. È impreziosita da un ciclo di affreschi datati tra l’VIII e il IX secolo, stesi dall’artista noto come il “Pittore dei Fiori” di Matera ed esprimenti i caratteri storici dell’arte benedettina-beneventana. Proseguendo nel tour spirituale, nel Sasso Barisano troviamo il complesso monastico risalente all’anno 1000, dedicato alla “Madonna delle Virtù”. La chiesa, scavata nella roccia, si presenta come una basilica a tre navate in stile romanico. Attualmente questa chiesa, insieme al sovrastante complesso di San Nicola dei Greci, è sede di un prestigioso spazio espositivo che durante l’estate ospita delle importanti rassegne di arte contemporanea. La più grande chiesa rupestre è San Pietro Barisano, ha una facciata realizzata in tufo, ma l’interno è quasi completamente scavato nella roccia. Il luogo di culto risale all’anno mille ed era conosciuta come San Pietro in Veteribus, si possono ammirare oltre a statue, affreschi e altari, la fossa per la fusione delle campane e l’ingresso del “Sancta Sanctorum”, la stanza in cui erano conservate le suppellettili liturgiche, i libri sacri e le reliquie. Nel caratteristico rione Malve (Sasso Caveoso) erge in tutta la sua bellezza, la chiesa di Santa Lucia alle Malve, sede del primo insediamento monastico femminile dell'Ordine Benedettino a Matera (IX secolo) che rimasero sino al 1823. Sulla facciata sono scolpiti tre calici con gli occhi della Santa, protettrice della vista. L'interno, a tre navate, presenta numerosi affreschi datati a partire dal 1200, di grande importanza storico – artistico. Da notare Madonna del Latte datata intorno al 1720. Altro insediamento benedettino, in stile tardo romanico, è la meravigliosa chiesa di Santa Maria de Armenis. Un interno semplice, con colonne a capitello trapezoidale, in cui si distinguono ampi vani quadrangolari mentre sulle pareti si sussegue una sequenza di affreschi. Dal 1660 al 1774 ospitò la confraternita di San Francesco da Paola e successivamente fu accorpata al Seminario di Palazzo Lanfranchi. Invece, scavata in uno sperone roccioso, che domina il Sasso Caveoso, è la piccola chiesetta Santa Maria de Idris, “idris” dalla Odigitria greca, patrona dell'acqua o guida del cammino. Internamente, nella sua semplicità, si possono contemplare dipinti realizzati fra il XV e il XVI secolo, come un affresco settecentesco raffigurante una Madonna con Bambino e alcuni contenitori probabilmente usati per la raccolta dell'acqua. Attraverso un cunicolo interno si accede alla cripta di San Giovanni in Monterrone che formano un unico complesso chiesastico. Di grande attrazione e suggestione, è il complesso rupestre del Convicinio di Sant’Antonio, a cui si accede da un bel portale con arco decorato e sul quale si affacciano quattro chiese con caratteristiche diverse. Le chiese sono state trasformate nell'800 in celle. Assolutamente da non perdere è la visita alla piccola cappella Madonna delle Vergini, raggiungibile con un'escursione a piedi da Porta Pistola, attraverso il vallone della Gravina, o in macchina in località Murgecchia. L'interno, mostra due altari in pietra e un'acquasantiera scavata nella roccia. Molto elegante e affascinante è la chiesetta-basilica bizantina Santa Barbara che risale al periodo a cavallo tra IX e X secolo. Situata sul lao opposto del torrente Gravina, è la chiesetta Madonna della Croce, dell’XI secolo. Deve il suo nome alle numerose croci graffite che si trovano sia sulle pareti esterne che su quelle interne e a quelle in rilievo che ne decorano il soffitto. A caratterizzarla, una struttura molto semplice, costituita ad un'unica navata divisa in due ambienti da un grande arco. Sull'abside, si conserva un affresco con la Madonna benedicente seduta in trono e con Bambino.