Tursi araba

La Rabatana è il primo borgo popolato di Tursi, il cui nome si deve ai Saraceni, che nel IX secolo conquistano gran parte della pianura metapontina, le tracce della dominazione araba sono ancora evidenti nelle costruzioni, nelle tradizioni e nella cultura. La Rabatana è uno splendido groviglio di case costruite con pietre e laterizi, nella struttura e nella denominazione eredità dei Saraceni che vi si insediarono nell’850 A.C. Queste piccole costruzioni fanno della città un esempio di architettura spontanea di pregio. Tutt’intorno, il paesaggio è dominato da blocchi di origine argillosa, noti come Calanchi, cui il trascorrere del tempo e l’azione degli agenti atmosferici hanno fatto assumere forme bizzarre e suggestive. Il suo nome deriva dagli arabi, dominatori che hanno impresso molti aspetti della loro cultura, del loro dialetto e delle loro tradizioni in questi splendidi luoghi. Rabatana deriva da Rabat o Rabhàdi o Arabum, “tana”. Percorrendola si possono calcare le stradine dei ruderi del nucleo primordiale e visitare addirittura i resti delle umili abitazioni di un tempo. Il rione è raggiungibile attraverso una gradinata ampia e ripida, che si estende sui burroni, in dialetto detta “petrizze”, come racconta Albino Pierro, ne “’A Ravatène” (“La Rabatana”): “Cchi ci arrivè a la Ravatèna si nghiànete ‘a pitrizza ca pàrete na schèa appuntillèta a na timpa sciullèta” (“Per arrivarci alla Rabatana si sale un pietrame che sembra una scala puntellata su una parete in crollo”). Sono alcuni versi tratti da “’A Ravatène” (“La Rabatana”) di Albino Pierro, il poeta dialettale originario di Tursi che nelle sue opere ha tratto spesso ispirazione dall’antico quartiere. Tursi infatti è la città di Albino Pierro, il poeta più volte candidato al Premio Nobel per la letteratura, cui è dedicato anche il Parco Letterario ambientato nella sua casa natale.

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albinopierro.it

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