Aliano araba

Aliano è il paese dei Calanchi e del confino di Carlo Levi. Qui ancora è in piedi la casa in cui Carlo Levi trascorse il suo esilio e che, insieme alla Pinacoteca, al Museo della civiltà contadine e al presepe artistico del maestro Francesco Artese, rientra nel Parco Letterario che ha preso il suo nome. Dopo una prima tappa a Grassano, Carlo Levi trascorre ad Aliano parte del suo esilio in Basilicata, cui viene condannato negli anni 1935-36, a causa della sua attività antifascista. Ed è qui, dopo aver conosciuto la gente, le condizioni precarie in cui vivevano, i loro tenore di vita, che l’artista piemontese ambienta il libro Cristo si è fermato ad Eboli (1945). Nel paese sono ancora intatti tutti i luoghi descritti nel romanzo e nei vicoli sono impresse alcune frasi simbolo del libro, di quegli anni, di quel legame indissolubile con la popolazione di Aliano dove Levi chiese di essere sepolto alla sua morte. Aliano, grazie all’intimità del paesaggio e all’ambientazione lunare dei Calanchi, gole profonde e piramidi di arenaria, ha rappresentato la location naturale per molti film come “Cristo si è fermato a Eboli” diretto da Francesco Rosi, con Gian Maria Volontè del 1979 e “Basilicata coast to coast”, del regista lucano Rocco Papaleo del 2010. Ogni anno, il giorno del Martedì Grasso, singolari figure si aggirano per le stradine di Aliano, sono le maschere “cornute” che animano il Carnevale. Esse rievocano creature demoniache e goffe, il cui carattere minaccioso è mitigato dai coloratissimi cappelloni che ne decorano il capo. “Venivano a grandi salti, e urlavano come animali inferociti, esaltandosi delle loro stesse grida. Erano le maschere contadine”. Cosi Carlo Levi ricorda nel suo “Cristo si è fermato ad Eboli” la “Fras”, una commedia improvvisata, in forma dialettale su fatti e personaggi della realtà locale, di cui sono protagoniste le stravaganti maschere cornute.

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