La gravina di Matera

Le murge sono un altopiano roccioso, prevalentemente di calcare, che si distende per decine di chilometri lungo la parte centrale della Puglia e con qualche sconfinamento in Basilicata. L’altopiano è solcato da profonde incisioni create dai corsi d’acqua che hanno approfondito i solchi grazie al movimento geologico del suolo che è in costante ascesa da circa due milioni di anni. Questi profondi burroni, questi canyon, prendono il nome di gravine. La più maestosa delle gravine è la Gravina di Matera, che raggiunge un dislivello totale di 120 metri ed una lunghezza complessiva che sfiora i quindici chilometri. Sul fianco sinistro, nella parte iniziale del suo percorso, troviamo i Sassi di Matera e sul fianco destro, lungo tutto il suo percorso, troviamo il Parco delle Chiese rupestri. La parte alta del burrone è una giovane e morbida calcarenite, e la parte bassa è composta da un duro calcare; questa differenza geologica ha reso possibile gli scavi antropici solo nella parte alta, dove la consistenza rocciosa lo permette. La profonda frattura che divide i Sassi e la Murgia offre un sicuro riparo al primo incontro tra “La Lupa”, la protagonista femminile del film di Lattuada e Nanni. “La Lupa”, trasposizione cinematografica dell’omonima novella di Giovanni Verga, è il primo film interamente girato nei Sassi. Realizzato nel 1952 quando erano ancora abitati da numerosi residenti utilizzati come comparse, il film racconta la storia di una donna dalla sessualità prorompente, incarnata dal corpo voluttuoso dell’attrice Kerima che semina scandalo in un piccolo paese siciliano. Il regista Lattuada ha deciso, tuttavia, di spostare l’ambientazione nel contesto materano perché capace di dare al film un’atmosfera drammatica che non aveva trovato in altri luoghi.

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